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In caso di dubbi sulla correttezza del contenuto di questa traduzione, l’unico riferimento valido è la documentazione ufficiale in inglese. Per maggiori informazioni consultate le avvertenze.

Original:Documentation/process/adding-syscalls.rst
Translator:Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it>

Aggiungere una nuova chiamata di sistema

Questo documento descrive quello che è necessario sapere per aggiungere nuove chiamate di sistema al kernel Linux; questo è da considerarsi come un’aggiunta ai soliti consigli su come proporre nuove modifiche Documentation/translations/it_IT/process/submitting-patches.rst.

Alternative alle chiamate di sistema

La prima considerazione da fare quando si aggiunge una nuova chiamata di sistema è quella di valutare le alternative. Nonostante le chiamate di sistema siano il punto di interazione fra spazio utente e kernel più tradizionale ed ovvio, esistono altre possibilità - scegliete quella che meglio si adatta alle vostra interfaccia.

  • Se le operazioni coinvolte possono rassomigliare a quelle di un filesystem, allora potrebbe avere molto più senso la creazione di un nuovo filesystem o dispositivo. Inoltre, questo rende più facile incapsulare la nuova funzionalità in un modulo kernel piuttosto che essere sviluppata nel cuore del kernel.

    • Se la nuova funzionalità prevede operazioni dove il kernel notifica lo spazio utente su un avvenimento, allora restituire un descrittore di file all’oggetto corrispondente permette allo spazio utente di utilizzare poll/select/epoll per ricevere quelle notifiche.
    • Tuttavia, le operazioni che non si sposano bene con operazioni tipo read(2)/write(2) dovrebbero essere implementate come chiamate ioctl(2), il che potrebbe portare ad un’API in un qualche modo opaca.
  • Se dovete esporre solo delle informazioni sul sistema, un nuovo nodo in sysfs (vedere Documentation/filesystems/sysfs.txt) o in procfs potrebbe essere sufficiente. Tuttavia, l’accesso a questi meccanismi richiede che il filesystem sia montato, il che potrebbe non essere sempre vero (per esempio, in ambienti come namespace/sandbox/chroot). Evitate d’aggiungere nuove API in debugfs perché questo non viene considerata un’interfaccia di ‘produzione’ verso lo spazio utente.

  • Se l’operazione è specifica ad un particolare file o descrittore, allora potrebbe essere appropriata l’aggiunta di un comando fcntl(2). Tuttavia, fcntl(2) è una chiamata di sistema multiplatrice che nasconde una notevole complessità, quindi è ottima solo quando la nuova funzione assomiglia a quelle già esistenti in fcntl(2), oppure la nuova funzionalità è veramente semplice (per esempio, leggere/scrivere un semplice flag associato ad un descrittore di file).

  • Se l’operazione è specifica ad un particolare processo, allora potrebbe essere appropriata l’aggiunta di un comando prctl(2). Come per fcntl(2), questa chiamata di sistema è un complesso multiplatore quindi è meglio usarlo per cose molto simili a quelle esistenti nel comando prctl oppure per leggere/scrivere un semplice flag relativo al processo.

Progettare l’API: pianificare le estensioni

Una nuova chiamata di sistema diventerà parte dell’API del kernel, e dev’essere supportata per un periodo indefinito. Per questo, è davvero un’ottima idea quella di discutere apertamente l’interfaccia sulla lista di discussione del kernel, ed è altrettanto importante pianificarne eventuali estensioni future.

(Nella tabella delle chiamate di sistema sono disseminati esempi dove questo non fu fatto, assieme ai corrispondenti aggiornamenti - eventfd/eventfd2, dup2/dup3, inotify_init/inotify_init1, pipe/pipe2, renameat/renameat2 –quindi imparate dalla storia del kernel e pianificate le estensioni fin dall’inizio)

Per semplici chiamate di sistema che accettano solo un paio di argomenti, il modo migliore di permettere l’estensibilità è quello di includere un argomento flags alla chiamata di sistema. Per assicurarsi che i programmi dello spazio utente possano usare in sicurezza flags con diverse versioni del kernel, verificate se flags contiene un qualsiasi valore sconosciuto, in qual caso rifiutate la chiamata di sistema (con EINVAL):

if (flags & ~(THING_FLAG1 | THING_FLAG2 | THING_FLAG3))
    return -EINVAL;

(Se flags non viene ancora utilizzato, verificate che l’argomento sia zero)

Per chiamate di sistema più sofisticate che coinvolgono un numero più grande di argomenti, il modo migliore è quello di incapsularne la maggior parte in una struttura dati che verrà passata per puntatore. Questa struttura potrà funzionare con future estensioni includendo un campo size:

struct xyzzy_params {
    u32 size; /* userspace sets p->size = sizeof(struct xyzzy_params) */
    u32 param_1;
    u64 param_2;
    u64 param_3;
};

Fintanto che un qualsiasi campo nuovo, diciamo param_4, è progettato per offrire il comportamento precedente quando vale zero, allora questo permetterà di gestire un conflitto di versione in entrambe le direzioni:

  • un vecchio kernel può gestire l’accesso di una versione moderna di un programma in spazio utente verificando che la memoria oltre la dimensione della struttura dati attesa sia zero (in pratica verificare che param_4 == 0).
  • un nuovo kernel può gestire l’accesso di una versione vecchia di un programma in spazio utente estendendo la struttura dati con zeri (in pratica param_4 = 0).

Vedere perf_event_open(2) e la funzione perf_copy_attr() (in kernel/events/core.c) per un esempio pratico di questo approccio.

Progettare l’API: altre considerazioni

Se la vostra nuova chiamata di sistema permette allo spazio utente di fare riferimento ad un oggetto del kernel, allora questa dovrebbe usare un descrittore di file per accesso all’oggetto - non inventatevi nuovi tipi di accesso da spazio utente quando il kernel ha già dei meccanismi e una semantica ben definita per utilizzare i descrittori di file.

Se la vostra nuova chiamata di sistema xyzzy(2) ritorna un nuovo descrittore di file, allora l’argomento flags dovrebbe includere un valore equivalente a O_CLOEXEC per i nuovi descrittori. Questo rende possibile, nello spazio utente, la chiusura della finestra temporale fra le chiamate a xyzzy() e fcntl(fd, F_SETFD, FD_CLOEXEC), dove un inaspettato fork() o execve() potrebbe trasferire il descrittore al programma eseguito (Comunque, resistete alla tentazione di riutilizzare il valore di O_CLOEXEC dato che è specifico dell’architettura e fa parte di una enumerazione di flag O_* che è abbastanza ricca).

Se la vostra nuova chiamata di sistema ritorna un nuovo descrittore di file, dovreste considerare che significato avrà l’uso delle chiamate di sistema della famiglia di poll(2). Rendere un descrittore di file pronto per la lettura o la scrittura è il tipico modo del kernel per notificare lo spazio utente circa un evento associato all’oggetto del kernel.

Se la vostra nuova chiamata di sistema xyzzy(2) ha un argomento che è il percorso ad un file:

int sys_xyzzy(const char __user *path, ..., unsigned int flags);

dovreste anche considerare se non sia più appropriata una versione xyzzyat(2):

int sys_xyzzyat(int dfd, const char __user *path, ..., unsigned int flags);

Questo permette più flessibilità su come lo spazio utente specificherà il file in questione; in particolare, permette allo spazio utente di richiedere la funzionalità su un descrittore di file già aperto utilizzando il flag AT_EMPTY_PATH, in pratica otterremmo gratuitamente l’operazione fxyzzy(3):

- xyzzyat(AT_FDCWD, path, ..., 0) is equivalent to xyzzy(path,...)
- xyzzyat(fd, "", ..., AT_EMPTY_PATH) is equivalent to fxyzzy(fd, ...)

(Per maggiori dettagli sulla logica delle chiamate *at(), leggete la pagina man openat(2); per un esempio di AT_EMPTY_PATH, leggere la pagina man fstatat(2)).

Se la vostra nuova chiamata di sistema xyzzy(2) prevede un parametro per descrivere uno scostamento all’interno di un file, usate loff_t come tipo cosicché scostamenti a 64-bit potranno essere supportati anche su architetture a 32-bit.

Se la vostra nuova chiamata di sistema xyzzy(2) prevede l’uso di funzioni riservate, allora dev’essere gestita da un opportuno bit di privilegio (verificato con una chiamata a capable()), come descritto nella pagina man capabilities(7). Scegliete un bit di privilegio già esistente per gestire la funzionalità associata, ma evitate la combinazione di diverse funzionalità vagamente collegate dietro lo stesso bit, in quanto va contro il principio di capabilities di separare i poteri di root. In particolare, evitate di aggiungere nuovi usi al fin-troppo-generico privilegio CAP_SYS_ADMIN.

Se la vostra nuova chiamata di sistema xyzzy(2) manipola altri processi oltre a quello chiamato, allora dovrebbe essere limitata (usando la chiamata ptrace_may_access()) di modo che solo un processo chiamante con gli stessi permessi del processo in oggetto, o con i necessari privilegi, possa manipolarlo.

Infine, state attenti che in alcune architetture non-x86 la vita delle chiamate di sistema con argomenti a 64-bit viene semplificata se questi argomenti ricadono in posizioni dispari (pratica, i parametri 1, 3, 5); questo permette l’uso di coppie contigue di registri a 32-bit. (Questo non conta se gli argomenti sono parte di una struttura dati che viene passata per puntatore).

Proporre l’API

Al fine di rendere le nuove chiamate di sistema di facile revisione, è meglio che dividiate le modifiche i pezzi separati. Questi dovrebbero includere almeno le seguenti voci in commit distinti (ognuno dei quali sarà descritto più avanti):

  • l’essenza dell’implementazione della chiamata di sistema, con i prototipi, i numeri generici, le modifiche al Kconfig e l’implementazione stub di ripiego.
  • preparare la nuova chiamata di sistema per un’architettura specifica, solitamente x86 (ovvero tutti: x86_64, x86_32 e x32).
  • un programma di auto-verifica da mettere in tools/testing/selftests/ che mostri l’uso della chiamata di sistema.
  • una bozza di pagina man per la nuova chiamata di sistema. Può essere scritta nell’email di presentazione, oppure come modifica vera e propria al repositorio delle pagine man.

Le proposte di nuove chiamate di sistema, come ogni altro modifica all’API del kernel, deve essere sottomessa alla lista di discussione linux-api@vger.kernel.org.

Implementazione di chiamate di sistema generiche

Il principale punto d’accesso alla vostra nuova chiamata di sistema xyzzy(2) verrà chiamato sys_xyzzy(); ma, piuttosto che in modo esplicito, lo aggiungerete tramite la macro SYSCALL_DEFINEn. La ‘n’ indica il numero di argomenti della chiamata di sistema; la macro ha come argomento il nome della chiamata di sistema, seguito dalle coppie (tipo, nome) per definire i suoi parametri. L’uso di questa macro permette di avere i metadati della nuova chiamata di sistema disponibili anche per altri strumenti.

Il nuovo punto d’accesso necessita anche del suo prototipo di funzione in include/linux/syscalls.h, marcato come asmlinkage di modo da abbinargli il modo in cui quelle chiamate di sistema verranno invocate:

asmlinkage long sys_xyzzy(...);

Alcune architetture (per esempio x86) hanno le loro specifiche tabelle di chiamate di sistema (syscall), ma molte altre architetture condividono una tabella comune di syscall. Aggiungete alla lista generica la vostra nuova chiamata di sistema aggiungendo un nuovo elemento alla lista in include/uapi/asm-generic/unistd.h:

#define __NR_xyzzy 292
__SYSCALL(__NR_xyzzy, sys_xyzzy)

Aggiornate anche il contatore __NR_syscalls di modo che sia coerente con l’aggiunta della nuove chiamate di sistema; va notato che se più di una nuova chiamata di sistema viene aggiunga nella stessa finestra di sviluppo, il numero della vostra nuova syscall potrebbe essere aggiustato al fine di risolvere i conflitti.

Il file kernel/sys_ni.c fornisce le implementazioni stub di ripiego che ritornano -ENOSYS. Aggiungete la vostra nuova chiamata di sistema anche qui:

COND_SYSCALL(xyzzy);

La vostra nuova funzionalità del kernel, e la chiamata di sistema che la controlla, dovrebbero essere opzionali. Quindi, aggiungete un’opzione CONFIG (solitamente in init/Kconfig). Come al solito per le nuove opzioni CONFIG:

  • Includete una descrizione della nuova funzionalità e della chiamata di sistema che la controlla.
  • Rendete l’opzione dipendente da EXPERT se dev’essere nascosta agli utenti normali.
  • Nel Makefile, rendere tutti i nuovi file sorgenti, che implementano la nuova funzionalità, dipendenti dall’opzione CONFIG (per esempio obj-$(CONFIG_XYZZY_SYSCALL) += xyzzy.o).
  • Controllate due volte che sia possibile generare il kernel con la nuova opzione CONFIG disabilitata.

Per riassumere, vi serve un commit che includa:

  • un’opzione CONFIG``per la nuova funzione, normalmente in ``init/Kconfig
  • SYSCALL_DEFINEn(xyzzy, ...) per il punto d’accesso
  • il corrispondente prototipo in include/linux/syscalls.h
  • un elemento nella tabella generica in include/uapi/asm-generic/unistd.h
  • stub di ripiego in kernel/sys_ni.c

Implementazione delle chiamate di sistema x86

Per collegare la vostra nuova chiamate di sistema alle piattaforme x86, dovete aggiornate la tabella principale di syscall. Assumendo che la vostra nuova chiamata di sistema non sia particolarmente speciale (vedere sotto), dovete aggiungere un elemento common (per x86_64 e x32) in arch/x86/entry/syscalls/syscall_64.tbl:

333   common   xyzzy     sys_xyzzy

e un elemento per i386 arch/x86/entry/syscalls/syscall_32.tbl:

380   i386     xyzzy     sys_xyzzy

Ancora una volta, questi numeri potrebbero essere cambiati se generano conflitti durante la finestra di integrazione.

Chiamate di sistema compatibili (generico)

Per molte chiamate di sistema, la stessa implementazione a 64-bit può essere invocata anche quando il programma in spazio utente è a 32-bit; anche se la chiamata di sistema include esplicitamente un puntatore, questo viene gestito in modo trasparente.

Tuttavia, ci sono un paio di situazione dove diventa necessario avere un livello di gestione della compatibilità per risolvere le differenze di dimensioni fra 32-bit e 64-bit.

Il primo caso è quando un kernel a 64-bit supporta anche programmi in spazio utente a 32-bit, perciò dovrà ispezionare aree della memoria (__user) che potrebbero contenere valori a 32-bit o a 64-bit. In particolar modo, questo è necessario quando un argomento di una chiamata di sistema è:

  • un puntatore ad un puntatore
  • un puntatore ad una struttura dati contenente a sua volta un puntatore ( ad esempio struct iovec __user *)
  • un puntatore ad un tipo intero di dimensione variabile (time_t, off_t, long, …)
  • un puntatore ad una struttura dati contenente un tipo intero di dimensione variabile.

Il secondo caso che richiede un livello di gestione della compatibilità è quando uno degli argomenti di una chiamata a sistema è esplicitamente un tipo a 64-bit anche su architetture a 32-bit, per esempio loff_t o __u64. In questo caso, un valore che arriva ad un kernel a 64-bit da un’applicazione a 32-bit verrà diviso in due valori a 32-bit che dovranno essere riassemblati in questo livello di compatibilità.

(Da notare che non serve questo livello di compatibilità per argomenti che sono puntatori ad un tipo esplicitamente a 64-bit; per esempio, in splice(2) l’argomento di tipo loff_t __user * non necessita di una chiamata di sistema compat_)

La versione compatibile della nostra chiamata di sistema si chiamerà compat_sys_xyzzy(), e viene aggiunta utilizzando la macro COMPAT_SYSCALL_DEFINEn() (simile a SYSCALL_DEFINEn). Questa versione dell’implementazione è parte del kernel a 64-bit ma accetta parametri a 32-bit che trasformerà secondo le necessità (tipicamente, la versione compat_sys_ converte questi valori nello loro corrispondente a 64-bit e può chiamare la versione sys_ oppure invocare una funzione che implementa le parti comuni).

Il punto d’accesso compat deve avere il corrispondente prototipo di funzione in include/linux/compat.h, marcato come asmlinkage di modo da abbinargli il modo in cui quelle chiamate di sistema verranno invocate:

asmlinkage long compat_sys_xyzzy(...);

Se la chiamata di sistema prevede una struttura dati organizzata in modo diverso per sistemi a 32-bit e per quelli a 64-bit, diciamo struct xyzzy_args, allora il file d’intestazione then the include/linux/compat.h deve includere la sua versione compatibile (struct compat_xyzzy_args); ogni variabile con dimensione variabile deve avere il proprio tipo compat_ corrispondente a quello in struct xyzzy_args. La funzione compat_sys_xyzzy() può usare la struttura compat_ per analizzare gli argomenti ricevuti da una chiamata a 32-bit.

Per esempio, se avete i seguenti campi:

struct xyzzy_args {
    const char __user *ptr;
    __kernel_long_t varying_val;
    u64 fixed_val;
    /* ... */
};

nella struttura struct xyzzy_args, allora la struttura struct compat_xyzzy_args dovrebbe avere:

struct compat_xyzzy_args {
    compat_uptr_t ptr;
    compat_long_t varying_val;
    u64 fixed_val;
    /* ... */
};

La lista generica delle chiamate di sistema ha bisogno di essere aggiustata al fine di permettere l’uso della versione compatibile; la voce in include/uapi/asm-generic/unistd.h dovrebbero usare __SC_COMP piuttosto di __SYSCALL:

#define __NR_xyzzy 292
__SC_COMP(__NR_xyzzy, sys_xyzzy, compat_sys_xyzzy)

Riassumendo, vi serve:

  • un COMPAT_SYSCALL_DEFINEn(xyzzy, ...) per il punto d’accesso compatibile
  • un prototipo in include/linux/compat.h
  • (se necessario) una struttura di compatibilità a 32-bit in include/linux/compat.h
  • una voce __SC_COMP, e non __SYSCALL, in include/uapi/asm-generic/unistd.h

Compatibilità delle chiamate di sistema (x86)

Per collegare una chiamata di sistema, su un’architettura x86, con la sua versione compatibile, è necessario aggiustare la voce nella tabella delle syscall.

Per prima cosa, la voce in arch/x86/entry/syscalls/syscall_32.tbl prende un argomento aggiuntivo per indicare che un programma in spazio utente a 32-bit, eseguito su un kernel a 64-bit, dovrebbe accedere tramite il punto d’accesso compatibile:

380   i386     xyzzy     sys_xyzzy    __ia32_compat_sys_xyzzy

Secondo, dovete capire cosa dovrebbe succedere alla nuova chiamata di sistema per la versione dell’ABI x32. Qui C’è una scelta da fare: gli argomenti possono corrisponde alla versione a 64-bit o a quella a 32-bit.

Se c’è un puntatore ad un puntatore, la decisione è semplice: x32 è ILP32, quindi gli argomenti dovrebbero corrispondere a quelli a 32-bit, e la voce in arch/x86/entry/syscalls/syscall_64.tbl sarà divisa cosicché i programmi x32 eseguano la chiamata compatibile:

333   64       xyzzy     sys_xyzzy
...
555   x32      xyzzy     __x32_compat_sys_xyzzy

Se non ci sono puntatori, allora è preferibile riutilizzare la chiamata di sistema a 64-bit per l’ABI x32 (e di conseguenza la voce in arch/x86/entry/syscalls/syscall_64.tbl rimane immutata).

In ambo i casi, dovreste verificare che i tipi usati dagli argomenti abbiano un’esatta corrispondenza da x32 (-mx32) al loro equivalente a 32-bit (-m32) o 64-bit (-m64).

Chiamate di sistema che ritornano altrove

Nella maggior parte delle chiamate di sistema, al termine della loro esecuzione, i programmi in spazio utente riprendono esattamente dal punto in cui si erano interrotti – quindi dall’istruzione successiva, con lo stesso stack e con la maggior parte del registri com’erano stati lasciati prima della chiamata di sistema, e anche con la stessa memoria virtuale.

Tuttavia, alcune chiamata di sistema fanno le cose in modo differente. Potrebbero ritornare ad un punto diverso (rt_sigreturn) o cambiare la memoria in spazio utente (fork/vfork/clone) o perfino l’architettura del programma (execve/execveat).

Per permettere tutto ciò, l’implementazione nel kernel di questo tipo di chiamate di sistema potrebbero dover salvare e ripristinare registri aggiuntivi nello stack del kernel, permettendo così un controllo completo su dove e come l’esecuzione dovrà continuare dopo l’esecuzione della chiamata di sistema.

Queste saranno specifiche per ogni architettura, ma tipicamente si definiscono dei punti d’accesso in assembly per salvare/ripristinare i registri aggiuntivi e quindi chiamare il vero punto d’accesso per la chiamata di sistema.

Per l’architettura x86_64, questo è implementato come un punto d’accesso stub_xyzzy in arch/x86/entry/entry_64.S, e la voce nella tabella di syscall (arch/x86/entry/syscalls/syscall_64.tbl) verrà corretta di conseguenza:

333   common   xyzzy     stub_xyzzy

L’equivalente per programmi a 32-bit eseguiti su un kernel a 64-bit viene normalmente chiamato stub32_xyzzy e implementato in arch/x86/entry/entry_64_compat.S con la corrispondente voce nella tabella di syscall arch/x86/entry/syscalls/syscall_32.tbl corretta nel seguente modo:

380   i386     xyzzy     sys_xyzzy    stub32_xyzzy

Se una chiamata di sistema necessita di un livello di compatibilità (come nella sezione precedente), allora la versione stub32_ deve invocare la versione compat_sys_ piuttosto che quella nativa a 64-bit. In aggiunta, se l’implementazione dell’ABI x32 è diversa da quella x86_64, allora la sua voce nella tabella di syscall dovrà chiamare uno stub che invoca la versione compat_sys_,

Per completezza, sarebbe carino impostare una mappatura cosicché user-mode Linux (UML) continui a funzionare – la sua tabella di syscall farà riferimento a stub_xyzzy, ma UML non include l’implementazione in arch/x86/entry/entry_64.S (perché UML simula i registri eccetera). Correggerlo è semplice, basta aggiungere una #define in arch/x86/um/sys_call_table_64.c:

#define stub_xyzzy sys_xyzzy

Altri dettagli

La maggior parte dei kernel tratta le chiamate di sistema allo stesso modo, ma possono esserci rare eccezioni per le quali potrebbe essere necessario l’aggiornamento della vostra chiamata di sistema.

Il sotto-sistema di controllo (audit subsystem) è uno di questi casi speciali; esso include (per architettura) funzioni che classificano alcuni tipi di chiamate di sistema – in particolare apertura dei file (open/openat), esecuzione dei programmi (execve/exeveat) oppure multiplatori di socket (socketcall). Se la vostra nuova chiamata di sistema è simile ad una di queste, allora il sistema di controllo dovrebbe essere aggiornato.

Più in generale, se esiste una chiamata di sistema che è simile alla vostra, vale la pena fare una ricerca con grep su tutto il kernel per la chiamata di sistema esistente per verificare che non ci siano altri casi speciali.

Verifica

Una nuova chiamata di sistema dev’essere, ovviamente, provata; è utile fornire ai revisori un programma in spazio utente che mostri l’uso della chiamata di sistema. Un buon modo per combinare queste cose è quello di aggiungere un semplice programma di auto-verifica in una nuova cartella in tools/testing/selftests/.

Per una nuova chiamata di sistema, ovviamente, non ci sarà alcuna funzione in libc e quindi il programma di verifica dovrà invocarla usando syscall(); inoltre, se la nuova chiamata di sistema prevede un nuova struttura dati visibile in spazio utente, il file d’intestazione necessario dev’essere installato al fine di compilare il programma.

Assicuratevi che il programma di auto-verifica possa essere eseguito correttamente su tutte le architetture supportate. Per esempio, verificate che funzioni quando viene compilato per x86_64 (-m64), x86_32 (-m32) e x32 (-mx32).

Al fine di una più meticolosa ed estesa verifica della nuova funzionalità, dovreste considerare l’aggiunta di nuove verifica al progetto ‘Linux Test’, oppure al progetto xfstests per cambiamenti relativi al filesystem.

Pagine man

Tutte le nuove chiamate di sistema dovrebbero avere una pagina man completa, idealmente usando i marcatori groff, ma anche il puro testo può andare. Se state usando groff, è utile che includiate nella email di presentazione una versione già convertita in formato ASCII: semplificherà la vita dei revisori.

Le pagine man dovrebbero essere in copia-conoscenza verso linux-man@vger.kernel.org Per maggiori dettagli, leggere https://www.kernel.org/doc/man-pages/patches.html

Non invocate chiamate di sistema dal kernel

Le chiamate di sistema sono, come già detto prima, punti di interazione fra lo spazio utente e il kernel. Perciò, le chiamate di sistema come sys_xyzzy() o compat_sys_xyzzy() dovrebbero essere chiamate solo dallo spazio utente attraverso la tabella syscall, ma non da nessun altro punto nel kernel. Se la nuova funzionalità è utile all’interno del kernel, per esempio dev’essere condivisa fra una vecchia e una nuova chiamata di sistema o dev’essere utilizzata da una chiamata di sistema e la sua variante compatibile, allora dev’essere implementata come una funzione di supporto (helper function) (per esempio kern_xyzzy()). Questa funzione potrà essere chiamata dallo stub (sys_xyzzy()), dalla variante compatibile (compat_sys_xyzzy()), e/o da altri parti del kernel.

Sui sistemi x86 a 64-bit, a partire dalla versione v4.17 è un requisito fondamentale quello di non invocare chiamate di sistema all’interno del kernel. Esso usa una diversa convenzione per l’invocazione di chiamate di sistema dove struct pt_regs viene decodificata al volo in una funzione che racchiude la chiamata di sistema la quale verrà eseguita successivamente. Questo significa che verranno passati solo i parametri che sono davvero necessari ad una specifica chiamata di sistema, invece che riempire ogni volta 6 registri del processore con contenuti presi dallo spazio utente (potrebbe causare seri problemi nella sequenza di chiamate).

Inoltre, le regole su come i dati possano essere usati potrebbero differire fra il kernel e l’utente. Questo è un altro motivo per cui invocare sys_xyzzy() è generalmente una brutta idea.

Eccezioni a questa regola vengono accettate solo per funzioni d’architetture che surclassano quelle generiche, per funzioni d’architettura di compatibilità, o per altro codice in arch/

Riferimenti e fonti